Olga Seitz sta cucinando

La porta dell’appartamento è stata danneggiata anni fa durante un tentativo di scasso e le tracce di una riparazione mal riuscita sono evidenti anche ad un occhio non esperto. Tutto intorno alla serratura della porta blindata si vede il segno di un taglio, come una mezza luna.

Adesso nell’appartamento vive Olga Seitz, una donna anziana che ne ha ereditato la porta e quello sfregio che per lei non ha significato. Per i vecchi proprietari era diventato, invece, il ricordo ossessivo della violazione dell’intimità avvenuta in una notte in cui ignari dormivano nel letto anonimo di un albergo di mare. Da quel momento l’estate del 1987 era diventata per loro quella del furto e quella dell’invasione.

In questo momento Olga Seitz sta cucinando. Il telefono suona ma lei non lo sente perché l’apparecchio si trova nell’ingresso, troppo lontano per essere udito, mentre il rubinetto è aperto per sciacquare l’insalata e sul fornello cuoce la carne che la donna mangerà tra poco. Se avesse risposto al telefono, avrebbe sentito la voce di suo fratello, Enzo Seitz, di quasi quindici anni più giovane di lei, darle la notizia della morte di suo nipote, caduto dal motorino, mentre tentava un sorpasso sotto la pioggia. Qualcosa di imprevisto doveva essere successo, durante quel sorpasso e Nicola Seitz, sedici anni, aveva perso il controllo dello scooter, andando a schiantarsi contro un albero secolare. Prima di arrivare a quel punto il corpo del ragazzo era scivolato per oltre dieci metri lungo l’asfalto, come quei sassi piatti che si lanciano a filo dell’acqua per vedere quanti rimbalzi si riesce a fargli fare. Nella caduta il corpo di Nicola non aveva rimbalzato, ma anzi aveva aderito al selciato riducendosi in un modo tale che la madre, che lo seguiva a breve distanza con la macchina, e aveva assistito a tutta la scena, malgrado l’evidenza, scesa dall’auto non riusciva a riconoscere, in quell’ammasso di sangue e lamiera, la carne della sua carne.

In questo momento Olga Seitz sta cucinando e non sente il telefono. Passa oltre un’ora prima che suo fratello possa raggiungerla per portarle la notizia innaturale della morte di suo nipote. A lungo e per molti anni Olga Seitz ha ripensato a quell’ora, bellissima e orribile al tempo stesso, in cui per lei tutto ha continuato ad essere ciò che era. Un’ora in cui Nicola Seitz era ancora vivo, per lei, e tutto procedeva come se niente fosse. Per molto tempo Olga Seitz ha desiderato di tornare a quell’ora sperando che la morte la cogliesse in quel momento e che per lei, per l’eternità, Nicola Seitz rimanesse vivo, al suo posto. O che l’evento della sua morte, se proprio doveva accadere, fosse un problema di qualcun altro.

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Sergio Salabelle