La scrittrice che nei libri, soprattutto, si nasconde

Penelope Poirot e l’ora blu

Becky Sharp

Marcos y Marcos, 2018

Becky Sharp è una scrittrice che legge sicuramente molto. Il suo carattere di forte lettrice è evidente anche nella sua scrittura iniziando proprio dallo pseudonimo che usa, un omaggio a La fiera della vanità di William Thackeray. Certo, ma forse anche un modo per non svelarsi, per nascondersi dietro il nome di qualcun altro.

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Becky Sharp, dal sito di Marcos y Marcos

Per questo mi piacciono i suoi romanzi, perché portano lontano verso destinazioni non facilmente prevedibili.

Penelope Poirot e l’ora blu, appena pubblicato da Marcos y Marcos dopo Penelope Poirot e il male inglese (2017) e Penelope Poirot fa la cosa giusta (2016), è un sottile rompicapo.

Con le storie di Agatha Christie Becky Sharp gioca. Come un mago estrae il classico coniglio dal cilindro, lei tira fuori dai romanzi della prolifica scrittrice, una nipote del celeberrimo investigatore belga Hercule Poirot. L’omaggio non finisce qui. La nipote eredita i modi e certo la presunzione del pregevole zio, ma non le sue mirabili e perennemente ostentate celluline grigie. Penelope Poirot è una simpatica pingue e ingombrante inetta che si rende un po’ ridicola – come lo zio – ma senza la catarsi finale dove tutto torna e Hercule Poirot ferma il male.

Penelope-Poirot-e-lora-blu_webI gialli di Becky Sharp non inseguono il colpevole a tutti i costi. Non è importante chi ha commesso l’omicidio, se di omicidio si tratta, bensì tutto ciò che gli ruota intorno. La villa di turno che funge da ambientazione, il paesaggio ricco di giardini o di boschi, di vigneti o di laghi, i tanti personaggi che ci divertono mentre l’autrice li prende in giro con fine ironia.

Come in tutti i gialli classici che si rispettino, anche Penelope ha una segretaria, Velma Hamilton che la segue ovunque, anche se con una certa riluttanza. In quest’ultima avventura (che si svolge in Italia come nei due romanzi precedenti), Velma è ancora più recalcitrante del solito perché la loro destinazione è il paese delle estati della sua infanzia, degli amatissimi nonni anarchici. Luoghi che vorrebbe restassero intatti nella sua memoria, senza il duro confronto che impone il trascorrere del tempo. O ci sarà anche qualche altro motivo?

Quando si torna a far visita all’infanzia i ricordi si attivano, voci che non venivano più ascoltate da tanto tempo si riaffacciano alla memoria e forse, proprio perché si torna indietro, Becky Sharp riempie il romanzo di mille fiabe, accennate o raccontate. Eccolo il sottile rompicapo, una storia che si appoggia su favole di altri tempi, sui miti e sui mostri, sulle gorgoni e sulle fate, su Peter Pan e la sua ombra, la Regina delle Nevi con il cuore di ghiaccio, il Re Porco che fugge lontano, Sorellina che aspetta i dodici cigni suoi fratelli e Pinocchio. Ma niente vale più della fantasia dell’infanzia che riesce a trasformare in orchi e orchesse, persone che non piacciono o fanno paura e in fate dolcissime, amiche che si amano.

È divertente leggere Penelope Poirot e l’ora blu, sforzarsi di ricordare tutte le favole che si incontrano, socchiudere gli occhi «nell’ora di latenza tra il giorno e la notte. Il crepuscolo che segue il tramonto» ma bisogna ricordare, assolutamente, di portarsi dietro dei sassolini bianchi – le molliche di pane non sono adatte se ci sono uccelli affamati – o uno spago, un filo da dipanare per ritrovare la strada di casa.

Becky Sharp sarà alla libreria Lettera 22 Viareggio

Via Giuseppe Mazzini 88/86 a Viareggio

giovedì 26 luglio alle 18